Il Castello di Calamandrana

Ultima modifica 18 aprile 2018

A testimonianza del passato storico di Calamandrana svetta il grande castello posto a dominio dell'antico borgo e della vallata, unico rimasto dei sei esistenti sulle colline circostanti.
Il primo accenno al nome "Calamandrana" appare in un documento pubblico dell'anno 1129 dove si fa riferimento ad un "manso", cioè ad un podere di questo territorio donato dal castellano Guglielmo, figlio di Amedeo, al monastero di Santa Maria presso Acqui. Il territorio di Calamandrana fu possesso di Bonifacio Del Vasto, che lo cedette ai San Marzano di Canelli, sottomessosi ad Alessandria agli inizi del XIII secolo.Il primitivo complesso fortificato venne distrutto e immediatamente ricostruito nel corso del XIII secolo. La distruzione risale al 1225; in quell'anno, sotto le sue mura, ci fu una cruenta battaglia tra Astigiani ed Alessandrini, venuti alle armi per decidere a chi toccasse la supremazia nella valle del Belbo. Gli Alessandrini, vittoriosi, rasero al suolo il castello di Calamandrana, considerato da loro una minaccia seria. La fortificazione venne riedificata verso il 1237, quando il territorio ritornò, definitivamente, tra le proprietà Astesi per opera di Federico II.
A quell'epoca risale la torre ottagonale, di una tipologia senza riscontro nella zona, e la terminazione orientale, anch'essa poligonale, del castello (la parte è ancor oggi in pietra).
Nel XIV secolo Ottobono Del Carretto investì del feudo il marchese Giovanni di Monferrato, Calamandrana ritornata tra i possedimenti del Monferrato, venne concessa al marchesato d'Incisa e nel 1305 passò agli Asinari. Il passaggio successivo vide salire al potere i Visconti.
Nel 1611, il duca Vincenzo Gonzaga concesse il castello alla moglie Eleonora De Medici. Nel 1657, alla morte di Eleonora De Medici, il castello di Calamandrana venne dato dal duca di Mantova al marchese Giovanni Maria Testa Piccolomini, signore di Kinitz, e nel 1672 alla morte del marchese, il duca Ferdinando Carlo dona il feudo al prefetto maggiore Matteo Quinziano.
Nel XVII secolo, attorno all’originaria torre ottagonale, fatta sopraelevare dal fregio a denti di sega in su, il marchese Francesco Maria Piccolomini fece riedificare il castello.
Il complesso subì notevoli danneggiamenti durante il terremoto del 1889 e, per timore del crollo, venne demolito il loggiato e mozzata la torre che fu ricostruita nel 1963 con mattoni di recupero fatti a mano e in maniera più possibile fedele a quella che doveva essere l’originale, desumibile dalle stampe del Gonin.

LE CARATTERISTICHE
Oggi l’edificio presenta un’impostazione planimetrica piuttosto irregolare ed è in parte intonacato e in parte in mattoni e pietre a vista.
Sono conservate le strutture sotterranee: cantine, camminamenti e la cisterna dell’antica fortezza. Del 1983 è la ristrutturazione del soffitto del salone ottocentesco.
Il castello di Calamandrana è circondato da un grande parco ed è raggiungibile attraverso una ripida e tortuosa strada; oltrepassato il cancello, la salita continua per un viale che conduce al caratteristico ponte levatoio.
Attualmente il castello, dominato dall'imponente torre ottagonale, è di proprietà privata, ed è adibito ad abitazione.
 


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